In estate in particolare è la frutta ad essere uno degli elementi dell’alimentazione che risultano essere maggiormente importanti e storicamente rilevanti per l’organismo, ma proprio nello stesso periodo risulta essere ancora più importante il concetto di idratazione. Quasi ogni tipologia di frutta infatti è dotata di una carica d’acqua rilevante, che nel caso di alcune tipologie specifiche risulta essere anche superiore al 90 %, come per l’anguria. Chiamata anche cocomero o melone d’acqua, l’anguria è indiscutibilmente il frutto dell’estate, pur essendo semplice di costituzione, va consumata con giudizio, infatti mangiare questo frutto in momenti specifici della giornata come il pomeriggio risulta essere qualcosa di non sempre “consigliabile”.
Quali sono gli effetti?
Ecco il parere del nutrizionista.
Anguria di pomeriggio: cosa succede se si mangia?
La struttura dell’anguria è quella di un tipico frutto dalle origini tropicali, importata ed introdotta in Europa neanche troppi secoli fa, attraverso un’opera di integrazione vegetale. Le colture di anguria prevedono una semina mesi addietro, ed anche l’inizio dello sviluppo dei frutti, che necessitano di importanti quantitativi di acqua, condizioni molto specifiche oltre che parecchio tempo, sono praticamente attive tutto l’anno, pur vendendo prevalentemente questi frutti molti rinfrescanti durante i mesi caldi.
Oltre il 95 % dell’anguria è composto da acqua, il resto corrispondono ad un buon compendio di vitamine e sali minerali.
Il compendio è quindi inquadrato come utile alimento rinfescante ma anche rintegrante nei liquidi corporei oltre che rinvigorente, parecchie diete ne fanno ricorso anche in virtù di un importantissimo potere saziante, conferito prevalententemente dall’acqua.
Anche l’anguria pur non avendo reali effetti collateali non va consumata troppo a cuor leggero: in particolare in estat, come fine pasto, e di sera o nel tardo pomeriggio è bene non abbondare eccessivamente con le quantità, proprio per l’apporto di acqua che potrebbe essere “troppo” per l’organismo.
Potrebbero risultare abbastanza fastidiosi sintomi come una forma diffusa di indigestione di acqua che può provocare eruttazioni, pressione eccessivamente bassa ma anche stipsi, ossia il naturale stimolo che ci porta ad andare in bagno.
Ancora più importante è valutare di consumare l’anguria dopo i pasti se questa è stata “tirata” fuori dal frigorifero in contesti temporali troppo recenti, quasi un obbligo gustare l’anguria fresca ma l’ideale sarebbe aspettare almeno 30 o 40 minuti in quanto il consumo a temperature troppo basse, soprattutto se l’organismo è accaldato vista l’estate può sviluppare un vero e proprio senso di malessere, specie se si eccede con le quantità.
Nessun problema gravissimo ma indubbiamente anche l’anguria va consumata responsabilmente.