Mangiare anguria andata a male: attenzione a cosa può accadere

Il cocomero, chiamata anche colloquialmente anguria, è indubbiamente uno dei prodotti vegetali inquadrati come frutta tipici della bella stagione: la condizione infatti porta questo tipico frutto di forma rotonda, contraddistinto da una buccia verde e dalla polpa colorata, generalmente di colore rosso ad essere un elemento oltre che rinfrescante anche idratante per via dell’elevato contenuto di acqua. La coltivazione dell’anguria è assolutamente lunga, molto di più del processo logistico che la mette a disposizione durante i mesi estivi, ma essendo formalmente costituita da acqua nella maggior parte, può anche essere soggetta ad una non corretta conservazione: cosa succede se si mangia anguria andata a male?

Le condizioni sono abbastanza particolari, e assolutamente sconsigliaibili.

Quali sono?

Mangiare anguria andata a male, quali sono gli effetti? Attenzione!

Anguria andata a male

E’ prima di tutto comprendere quando il frutto può essere effettivamente soggetto alla repentina degradazione, questo può avvenire  sia attraverso una analisi della buccia, ma ance dalla consistenza, oltre che dalla tipologia di polpa.

Se scuotendo il frutto si assiste ad un suono tipico di gorgolio, probabilmente il frutto è praticamente avviato verso la non consumabilità ed è quasi sicuramente marcio. Anche segni sulla buccia come macchie di giallo, grigio, marrone sono dei segni abbastanza inequivocabili, oppure delle superfici irregolari sulla superficie della buccia come ammaccature o altri elementi simili.

Ma in molti casi l’anguria andata a male può anche apparire come assolutamente normale dall’esterno, condizione che rende essenziale controllare la parte interna: se ci sono spazi tra i semi e la polpa, o se quest’ultima risulta essere meno “soda” , o di colore diverso, oppure con le venature che si sono indurite, oltre che alla presenza di macchie strane o ancora dall’odore acido o comunquee non propriamente salubre del frutto.

Questo può essere causato da una conservazione non corretta ma anche ad una semplice “fase finale” del frutto che è arrivato sugli scaffali del fruttivendolo o del supermercato troppo tardi

L’anguria acida non è “letale” ed in alcuni casi può essere consumata se le parti degradate risultano essere isolate e quindi adatte alla rimozione, questa può portare ad una vera forma di avvelenamento, con effetti come l’influenza, la debolezza fisica, ma anche inappetenza, diarrea, stipsi e mal di stomaco.

In alcuni casi gli effetti sono anche inerenti alla perdita dei sensi, e se il frutto risulta essere effettivamente condizionato, può anche essere necessario un processo di “lavaggio” del tratto digestivo, come la lavanda gastrica:  non è mai consigliabile provare a “tirare la sorte” e consumare un frutto potenzialmente acido o comunque andato oramai a male.

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