Attenzione a mangiare spaghetti: ecco perchè fanno male

La pasta fa parte del tessuto culturale e sociale italiano in modo molto profondo e quindi “particolare”, ma è anche un elemento di assoluta importanza per l’ambito nutrizionale indifferentemente dall’appartenenza, tra le varianti di pasta più conosciute ci sono ovviamente gli spaghetti, il cui consumo è divenuto popolarissimo anche grazie ad un aspetto particolarmente riconoscibile che ha  reso questa particolare variante famosa anche nei vari media. Mangiare spaghetti è qualcosa di consigliabile in tutti i casi, o fanno male?

Il consumo di pasta da sempre viene ostracizzato in alcuni casi o quantomeno limitato in altri, e nello specifico gli spaghetti costituiscono una delle versioni più comuni.

Ma la pasta fa effettivamente male all’organismo, spaghetti inclusi? Ecco cosa dice il nutrizionista.

Attenzione a mangiare spaghetti: ecco perchè fanno male

mangiare spaghetti

Secondo la leggenda, però confermata da diverse fonti, ad introdurre gli spaghetti in Italia sarebbe stato Marco Polo, durante il lungo soggiorno in Cina: le popolazioni asiatiche facevano ricorso già quasi 1000 anni fa di un cibo di forma allungata antenato degli spaghetti moderni, ricavato dalla farina di riso.

Indifferentemente dalla provenienza originale, oggi gli spaghetti sono forse la forma di pasta più iconica e riconoscibile assieme ai tradizionali maccheroni. Ma un consumo di spaghetti radicato può fare male? Come ogni altra forma di pasta, si tratta di un contesto da attenzionare, in modo particolare per chi soffre di diabete, in quanto il consumo, anche causato da un eventuale uso scorretto di condimenti, fa aumentare i livelli di glicemia, come qualsiasi prodotto ricavato da composti farinacei che sono ricchi di  carboidrati.

Ma gli spaghetti, così come qualsiasi altra forma di pasta non fanno ingrassare in senso diretto quasi tutta la considerazione di questo tipo deriva dal tipo di ingredienti che sono associati all’alimento.

E’ pur vero che un consumo di pasta può portare al soggetto una forma più proababile di sindrome metabolica, una tipica problematica che può aumentare il rischio di malattie di ripo cardiocircolatorio.

Va anche ricordato che il consumo di pasta tradizionale ossia quella realizzata con farina raffinata, è un elemento di assoluto interesse da parte di chi soffre di celiachia, ossia la più comune forma di intolleranza dovuta ad una forma di “reazione eccessiva” da parte dell’organismo al glutine.

Non risultano trovare conferma le dicerie in merito ad una necessità di consumare la pasta solo in un pasto della giornata, generalmente si fa ricorso al pranzo. Ma non esistono evidenze in merito ad una minor appetibilità durante le ore serali.

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