Il miele può considerarsi dal punto di vista percettivo e strettamente culturale, quasi un “miracolo” vero e proprio della natura, in quanto è un elemento che racchiude nel proprio insieme un compendio di nutrienti molto ricco ed in grado di prendere parte in modo effiacace a contesti anche molto differenti, oltre a quelli alimentari. Negli ultimi anni ha riottenuto un posto importante anche nella quotidianità, dopo essere stato un po’ “ostracizzato” dal contesto dello zucchero di canna. Ma come ogni sostanza benefica anche il miele non è per forza di cose adatto a tutti, in quali casi è meglio non mangiare miele?
Non sono rari ad esempio gli esempi di intolleranza ed allergie dovute al miele, che possono anche sviluppare effetti molto gravi. Ma non è solo per questo che il consumo di miele andrebbe regolarizzato.
Quali sono i principali effetti collaterali che possono portare un elemento così apprezzato come il miele in senso assoluto?
“Non mangiare miele!”: attenzione, ecco perchè
Il miele è ricavato dalle api, laboriose creature che ne fanno ricorso per nutrire la propria prole e loro stesse, come è noto, attraverso una rigida forma di “stato sociale” in campo animale. Viene ricavato dal lavoro molto operoso nei confronti del nettare e della melata dei fiori: il miele in forma generica è una sostanza viscosa, appiccicosa e dotata naturalmente di una profonda capacità edulcorante per il palato, per secoli ha costituito una delle pochissime forme di sostanze dolcificanti, ma è stato anche utilizzato come base alimentare nonchè elemento importantissimo per la concezione di rimedi officinali.
Gli Egizi lo commerciavano e lo applicavano anche ai vari medicamenti, i Romani ne facevano largo ricorso, essendo riusciti ad acquisire via via tecniche di apicoltura sempre più avanzate e fino al Medioevo è stata considerata una sostanza dai costi mediamente alti, non economicamente sostenibile a tutti.
Il composto del miele è relativamente semplice, essendo costituito da saccarosio e fruttosio, ossia zuccheri naturali della frutta trasformati da uno specifico enzima dalle api, il resto è formalmente costituito da acqua ed elementi utili come i sali minerali e le vitamine.
Il miele fa decisamente “meno male” dello zucchero ma bisogna comunque non eccedere nella sua forma di consumo oltre i 10-12 grammi al giorno, soprattutto per evitare scompensi in ambito alimentare e picchi glicemici, in quanto seppur naturali, pur sempre di zuccheri si tratta.
Attenzione anche alla frequenza maggiore di carie dentaria che può essere un altro effetto collaterale all’abuso di miele.