I dieci migliori romanzi da leggere in inglese

La letteratura inglese ha saputo regalare, negli ultimi secoli, diversi libri diventati veri e propri capisaldi della cultura occidentale. Buona parte di ciò deriva dal ruolo del mondo inglese, al centro di un impero coloniale su cui non tramontava mai il sole, crocevia di culture, esperienze, racconti, e molto, molto altro. Non solo: la cultura inglese è stata la prima a recepire i cambiamenti delle rivoluzioni industriali, cambiamenti non solo tecnologici, ma anche nel modo di vivere la società. Per questo approcciarsi alla letteratura inglese è anche e soprattutto approcciarsi all’evoluzione del mondo occidentale, in ognuna delle sue molteplici facce. Abbiamo cercato così di riassumere in un elenco di quelli che per noi sono i dieci migliori romanzi da leggere in inglese (e lo abbiamo fatto evitando una classifica: il nostro è un elenco in cui tutte e dieci le proposte sono equivalenti, per cui non temete e buona lettura!).

Jane Eyre

Iniziamo con Jane Eyre, di Charlotte Bronte, un romanzo davvero in grado di precorrere i tempi come pochi altri. In piena Età Vittoriana assistiamo all’apparizione di un personaggio a dir poco rivoluzionario: Jane è infatti una donna indipendente, risoluta, ma anche consapevole di tutte le difficoltà e gli ostacoli della società in cui vive, e in cui le sue pulsioni devono costantemente essere domate. L’averlo fatto apparire come una biografia, nelle sue prime edizioni, ha amplificato tale efficacia, rendendolo davvero un capolavoro inossidabile.

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Il ritratto di Dorian Gray

Proseguiamo con Oscar Wilde, celebre poeta e drammaturgo, che ha legato indissolubilmente il suo nome al romanzo Il ritratto di Dorian Gray, un’opera in grado di recuperare diversi archetipi della letteratura precedente, per rielaborarli in un racconto in grado di esprimere la fine dell’Età Vittoriana in tutto il suo splendore e le sue contraddizioni. Dorian Gray è uno splendido giovane, il quale riceve, senza sapere come, un oscuro dono: non invecchiare esteriormente. Attraverso una vita di vizi e tentazioni, nel corso del romanzo assistiamo alla decadenza di un moderno Faust.

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Oliver Twist

Precedente di circa mezzo secolo al lavoro di Oscar Wilde, Oliver Twist presenta il mondo britannico nella pienezza della nuova realtà industriale. Charles Dickens costruisce un romanzo che ruota intorno alla figura di un orfano, tra povertà e difficoltà, in una società che continua imperterrita a non osservare gli ultimi. Fame, violenza, assenza di speranze: Charles Dickens ci dona un ritratto crudo quanto reale del mondo alle porte del capitalismo, in quella prima metà dell’800 che avrebbe generato le prime vere lotte di classe.

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Orgoglio e pregiudizio

Jane Austen fu una scrittrice a dir poco straordinaria, come testimonia la sua testimonianza letteraria, in grado di dare la luce a lavori come Orgoglio e pregiudizio, in cui le differenze sociali emergono insieme alle prime pressioni per un riconoscimento dell’importanza del genere femminile. Orgoglio e pregiudizio si presenta così, all’inizio del Diciannovesimo Secolo, come una delle prime voci per un nuovo mondo che ancora oggi, due secoli dopo, non sembra essere stato davvero raggiunto.

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Il Signore degli Anelli

Facciamo un salto avanti di oltre un secolo, fino ad arrivare ai decenni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, con il grande successo della trilogia di Il Signore degli Anelli e del mondo ideato dalla mente di J. R. R. Tolkien. Lo scrittore ha impresso la sua impronta nell’immaginario collettivo, diventando fonte di ispirazione per tanti e tanti altri autori, eredi di un modo di utilizzare la fantasia in parte sconosciuto prima di Tolkien. Leggere Il Signore degli Anelli significa scoprire non solo il fantastico mondo della Terra di Mezzo, ma anche diverso tipo di narrazione, così vicina, ma così lontana, dall’attuale narrazione televisiva e cinematografica.

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Robinson Crusoe

Prima delle rivoluzioni, prima delle masse, prima del progresso tecnologico: all’inizio dell’espansione inglese, tra ‘600 e ‘700, chi meglio di Daniel Defoe, nel suo Robinson Crusoe, ha saputo raccontare meglio un’epopea di scoperte, di colonie, di opportunità? Il racconto del naufrago non è solamente il racconto del suo incidente, ma copre anche la vita prima e dopo quel tragico periodo, tra avventura, pericolo, rischio, in un mondo che sapeva ancora offrire luoghi sconosciuti. Ma siamo davvero sicuri che quell’epoca sia conclusa? Robinson Crusoe resta ancora attuale, e in grado di far viaggiare con la fantasia come pochi altri.

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Ulysses

Un viaggio diverso quello dell’Ulysses di James Joyce. In piena rivoluzione della psicanalisi lo scrittore irlandese getta il lettore del proprio romanzo in una vera e propria “Odissea”, svolta tutta nel corso di un’unica giornata, rappresentata attraverso il flusso di coscienza dei vari attori e spettatori in gioco. Un romanzo certamente non facile, ma decisamente uno degli apici della letteratura inglese.

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Uno Studio in Rosso

Arthur Conan Doyle ha generato un personaggio, quello di Sherlock Holmes, diventato ben più di un’icona, ma un vero e proprio termine di paragone, indelebile presenza nell’immaginario collettivo. Uno Studio in Rosso è il primo dei romanzi (e della serie di racconti) che trova come protagonista il detective del 221B di Baker Street. Con il suo lavoro Doyle ha precorso i tempi, offrendo al suo pubblico una forma narrativa che è tra gli antenati dell’attuale serializzazione televisiva.

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Dracula

Bram Stoker decise che era il momento di donare nuovo lustro al mito di Dracula, e lo fece con un volume scritto in una forma davvero particolare: si tratta infatti di un racconto epistolare, dove il punto di vista del “protagonista”, Dracula, non viene mostrato. Ciò che conosciamo è infatti solo attraverso gli occhi e le parole di chi è impegnato nella difficile lotta contro la creatura. Stoker ha donato all’immaginario del Ventesimo Secolo un personaggio in grado di generare una vera infinità di opere, citazioni e molto altro.

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1984

Chiudiamo con la disturbante opera di George Orwell, in cui l’autore immagina un mondo distopico dove la società è interamente controllata, in ogni sua minima funzione, dal severo occhio del Grande Fratello. Orwell recupera temi a lui cari in una rappresentazione metaforica del mondo che lui, trent’anni prima di quel suo immaginario 1984, conosce e comprende, raffigurando con un certo timore ciò che potrebbe riservare il futuro all’umanità. Un monito? Una delle più belle letture che il mondo inglese sappia regalarvi.

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